Tritarifiuti: dai Flintstones agli elettrodomestici di oggi

Tritarifiuti: dai Flintstones agli elettrodomestici di oggi

Nonostante in Italia cresca l’interesse per la raccolta differenziata, sono ancora molti i rifiuti destinati alla discarica che non possono essere recuperati.

Dal punto di vista del riutilizzo, gli scarti alimentari sono quelli più proficui: la loro lavorazione permette di produrre biogas preziosi e altre sostanze nutrienti fondamentali per la lavorazione del suolo.

La premessa alla base del corretto utilizzo di un tritarifiuti è considerare gli scarti alimentari come liquidi e utilizzare le infrastrutture esistenti (fogne sotterranee e impianti di trattamento delle acque reflue) per la loro gestione.

Ampiamente diffuso in America, il tritarifiuti in Europa non ha mai goduto di un gran successo. In Italia c’è chi li critica per il fatto di favorire lo sversamento nelle fogne del materiale compostabile mentre, al contrario, c’è chi li considera amici dell’ambiente.

L’origine del tritarifiuti

L’origine del tritarifiuti si perde indietro nel tempo. Ma non dobbiamo risalire alla preistoria come suggerito dalla famiglia Flintstones. In questo cartone animato, molti degli elettrodomestici contemporanei erano reinterpretati in una chiave primitiva. Quello più originale è stato indubbiamente l’animaletto tritarifiuti di Fred che, posizionato sotto il lavandino della cucina, ingurgitava qualsiasi avanzo alimentare gli venisse propinato. Una soluzione originale ed “ecologica” ma ben lontana dalla realtà storica.

Lo smaltimento dei rifiuti alimentari, è stato inventato nel 1927 da un architetto del Wisconsin, John W. Hammes, che ha brevettato InSinkErator. Hammes voleva creare un sistema di smaltimento su richiesta di sua moglie, da posizionare esattamente sotto il lavandino. Il suo prototipo funzionava macinando e sminuzzando i rifiuti alimentari solidi, utilizzando la forza centrifuga.

La tecnologia dei tritarifiuti

Qualsiasi tritarifiuti, anche InSinkErator, si basa sulla tecnologia della dissipazione. Grazie a dei martelletti (e non a delle lame) è in grado di macerare gli scarti alimentari trasformandoli in piccolissime particelle che possono essere smaltite nelle tubature senza creare ingorghi.

Dopo l’invenzione di Hammes, la concorrenza ha fatto capolino. Negli stessi anni, la General Electric lanciò sul mercato il suo tritarifiuti, noto come Disposall, rivendicando l’invenzione.

I problemi sorsero negli anni ’30 e ’40 poiché molte città avevano regolamenti che vietavano il collocamento di rifiuti alimentari nei loro sistemi fognari. Utilizzando un’abile campagna di marketing, Hammes influenzò molte città nell’abolire le restrizioni per consentire l’adozione delle unità di smaltimento dei rifiuti.

I dissipatori di rifiuti alimentari

I dissipatori di rifiuti alimentari hanno fatto passi da gigante nei decenni e oggi possono smaltire praticamente qualsiasi tipo di rifiuti alimentari. Un tritarifiuti alimentare è in grado di macinare in pochi secondi alimenti come noccioli, ritagli di frutta, ritagli di verdure, ossa piccole e carne cotta.

Come una vera Cenerentola, questo modesto elettrodomestico da cucina ha reso il futuro molto più sostenibile. Molti Paesi incoraggiano l’uso dei tritarifiuti per aumentare la produzione di un tipo di biocarburante chiamato biogas, creato dalla decomposizione anaerobica di materiale organico.

Anche in casa, i moderni impianti di acque reflue sono incredibilmente efficaci nel trasformare i solidi in “biosolidi“, che vengono utilizzati come prodotti fertilizzanti e alcuni addirittura catturano il metano da utilizzare come combustibile.

Oggi i tritarifiuti da lavandino aiutano a ridurre i batteri nocivi degli alimenti e rendono più facile la pulizia della cucina. Ecco perché essere consapevoli di ciò che può esservi gettato è così importante.

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